Arcipelago
della Maddalena L'arcipelago
della Maddalena, detto anche arcipelago di La Maddalena è un gruppo di
isole a nord-est della Sardegna, al largo della costa Smeralda. Tra le più
importanti, La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Budelli, Santa Maria, Razzoli,
Spargi, oltre ad altre più piccole. L'arcipelago
è una meta ambita dai diportisti per via delle bellezze naturali e delle
acque incontaminate color smeraldo. Caprera
è nota per aver ospitato Garibaldi durante l'esilio ed è collegata
con un istmo artificiale a La Maddalena. Santo Stefano ha ospitato una base per
sommergibili statunitense. L'intero
arcipelago e le sue spiagge, ovvero sia l'area marina che quella terrestre, sono
totalmente inclusi all'interno del Parco nazionale Arcipelago di La Maddalena
dal 1994; per tale ragione, nei mesi compresi tra maggio e ottobre, è necessario
munirsi di un'apposita autorizzazione rilasciata dal suo Ente gestore. |
Torna sų
Porto
Cervo (Poltu Celvu in gallurese, Portu Chervu in
sardo) è una frazione del comune di Arzachena, in provincia di Olbia-Tempio
nella Sardegna nord-orientale, regione storico-geografica conosciuta col nome
di Gallura. È il principale centro della Costa Smeralda e ha una popolazione
residente inferiore ai 200 abitanti. Rinomato
luogo di villeggiatura è edificato attorno al profondo porto naturale,
la cui forma ricorda quella di un cervo e domina i promontori sul mare, la curva
del porto e le ville sparse, immerse nel verde. Il centro è costruito su
di un piano rialzato rispetto al porto, con la sua famosissima piazzetta, i negozi,
le boutique, mentre tutt'attorno i ristoranti, gli alberghi, i locali notturni
e le ville si arrampicano fin sulle colline circostanti. Il
Porto Vecchio risale agli anni sessanta, quando il principe Karim Aga Khan IV,
affascinato dalla bellezza di questo tratto di costa, decise di comprare le poverissime
terre di quest'angolo di Gallura e assieme ai più grandi architetti dell'epoca,
tra i quali spicca Luigi Vietti, di dare vita al paradiso del turismo internazionale
d'elite che conosciamo oggi. Nel 1967 fu fondato lo Yacht Club Costa Smeralda.
Negli anni ottanta iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo porto, assai
più capiente ed attrezzato. Al
momento della sua progettazione, il principe ed i suoi architetti, tra i quali,
oltre al già citato Luigi Vietti, Michele Busiri Vici e Jacques Couelle,
decisero di creare un'architettura che mantenesse il più possibile la continuità
con quella tipica gallurese, dall'aspetto povero e rudimentale ma perfettamente
inserita nell'ambiente circostante e questa fu la chiave del successo. Questo
tipo di architettura si diffuse in tutta la costa nord-orientale ed è tutt'oggi
attuale e imitata. Il
porto nuovo di Porto Cervo è uno dei meglio attrezzati del Mediterraneo,
ha una capienza di 700 posti e camminando sulle banchine si possono ammirare le
più belle barche, i panfili e gli yacht di proprietà di ricchi personaggi
famosi. Al centro di Porto Cervo la passeggiata, la piazzetta delle Chiacchiere
e il Sottopiazza è un insieme di strette viuzze, finestre e balconcini
multicolori costruiti nel tipico stile della Costa Smeralda. La periferia ospita
invece i locali notturni più alla moda e i ristoranti più prestigiosi,
il vero centro della vita notturna della costa. |
Torna sų
Porto
Rotondo (Poltu Ridundu in gallurese, Portu Retundu
in sardo) è una frazione (Rudalza Porto Rotondo) del comune di Olbia. È
un villaggio che rappresenta una delle più importanti realtà del
turismo sardo, italiano ed internazionale.Fa
parte della provincia di Olbia-Tempio e si trova nel nord-est della Sardegna,
a pochi chilometri da Olbia, Golfo Aranci, Palau e Arzachena e alle spalle del
golfo di Marinella. Compreso tra il golfo di Cugnana e quello di Marinella, il
Comprensorio si estende per 500 ettari ed ha come punto di riferimento un attrezzatissimo
porto con la disponibilità di 800 posti barca. Attorno
alla struttura iniziale, avviata nel 1964 dai veneziani Luigi e Nicolò
Donà dalle Rose, nel quadro di un'iniziativa voluta da un gruppo di imprenditori
tra i quali Vittorio Cini ed il banchiere inglese George Frank, sono stati realizzati
multiproprietà, residence e ville che, durante l'estate, accolgono 20 000
ospiti con una punta di 32 000 in agosto. Per il resto dell'anno il Comprensorio
registra una presenza fissa di un migliaio di residenti. È chiaro che l'architettura
portorotondina ricalchi la struttura di Venezia, non a caso la principale Piazza
è stata denominata Piazzetta San Marco. |
Torna
sų
Capo
Figari è un promontorio calcareo situato
in Gallura, nel nordest della Sardegna, in prossimità di Golfo Aranci,
che si protende sul mar Tirreno. Chiude la parte più settentrionale del
Golfo di Olbia e l'altezza della cima più elevata raggiunge i 344 metri;
nella parte sudorientale presenta una scogliera alta 200 metri a picco sul mare. Il
promontorio si può visitare sia dal mare passando attraverso la costa di
Cala Greca, sia da terra passando per la spiaggia di Cala Moresca; ai suoi
piedi sul lato non esposto al mare aperto si trova il porto di Golfo Aranci, da
cui partono collegamenti per Civitavecchia e altri porti italiani, nonché
la stazione ferroviaria, con la linea proveniente da Olbia. In
prossimità del capo è presente l'osservatorio di Capo Figari, conosciuto
per essere stato il luogo in cui Guglielmo Marconi fece installare il collegamento
in micronde di 269 km fra Capo Figari e Rocca di Papa. |
Torna sų
L'Area
naturale marina protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo
è stata istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente il 1997 con sede
a Olbia, è situata nella provincia di Olbia-Tempio. L'Ente di gestione
è il Consorzio tra Comuni di Olbia, San Teodoro e Loiri Porto San Paolo. L'Area
marina protetta si estende da Capo Ceraso all'isola Rossa, a sud di Capo Coda
Cavallo, includendo anche le isole di Molara e Molarotto. Nel
2007 l'area marina protetta è stata riconosciuta come Area ASPIM (Area
Specialmente Protetta d'Importanza Mediterranea). L'area,
che occupa 76,09 km di costa e 15.357,00 ha di mare, è stata divisa in
tre zone di salvaguardia, dette A, B e C. In tutte e tre le zone è fatto
divieto di navigazione libera, caccia o cattura della fauna, la pesca subacquea
e le immersioni se non diversamente specificato. In ogni caso sono vietate le
attività subacquee che richiedano un contatto con il fondale, e inoltre
è vietato l'ancoraggio delle imbarcazioni. |